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12 Gennaio 2024PROF. GIOVANNI LODI - BOLLETTINO OMCEOMI 2/2012, APRILE-GIUGNO - PAG 32-33
Siamo quello che mangiamo. Questo detto è un raro esempio di sintesi tra saggezza popolare e evidenze scientifiche. Da sempre sappiamo che una buona dieta è importante per la salute: addirittura quello che è considerato il primo esempio di studio controllato è un episodio biblico in cui vengono messi a confronto le abitudini alimentari della corte di Babilonia con quelle del profeta Daniele (Daniele 1. 8-16). Vincerà la dieta vegana del giovane ebreo a base di legumi e acqua (anche se l'aiuto di Dio deve essere considerato un importante bias).
E se fino a un secolo fa il più comune problema alimentare era rappresentato dalla scarsezza, oggi è l'obesità a essere considerato uno dei più urgenti problemi di salute pubblica, non solo nei paesi occidentali, in quanto fattore di rischio per alcuni delle principali malattie croniche tra cui diabete, patologia cardiovascolare e cancro. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità gli obesi mondiali sono quasi raddoppiati tra il 1980 e il 2008, in Europa oltre il 50% della popolazione è sovrappeso, circa uno su 5 è obeso e, sempre nel nostro continente, l'obesità è responsabile del 2-8% della spesa sanitaria e del 10-13% delle morti.
Oltre che sullo stato di salute individuale, quello che mangiamo ha anche un importante effetto su ambiente, economia e società, e la diversa sostenibilità delle diete è un fattore spesso decisivo a favore di regimi alimentari che, come quelle in cui il consumo di proteine animali sono ridotte o eliminate, richiedono un minor dispendio di energia, acqua e un ridotto sfruttamento della terra. Questi elementi, oltre alla sempre maggiore sensibilità nei confronti di tematiche etiche ed animaliste, hanno determinato una continua crescita del numero di individui che eliminano dalla dieta il consumo di carni (vegetariani) o più radicalmente, di qualsiasi alimento di origine animale (vegani).
Gli odontoiatri sono tra gli specialisti che maggiormente hanno studiato gli effetti degli alimenti sulla salute, dimostrandone le conseguenze a carico delle strutture del cavo orale, facendo della educazione alimentare uno degli interventi chiave nel trattamento e la prevenzione delle più comuni malattie di denti e gengive. Non stupisce quindi la recente pubblicazione da parte di riviste odontoiatriche europee di due studi, uno italiano problemi di erezione e uno polacco, che hanno voluto indagare gli effetti sulla salute orale rispettivamente delle diete vegana e vegetariana. I risultati sono in qualche modo sorprendenti. Nello studio italiano gli autori hanno esaminato diversi indicatori di salute orale in un gruppo di soggetti che da almeno 18 mesi seguivano una dieta vegana e confrontandoli con quelli ottenuti da un gruppo che seguiva una dieta comprendente proteine e derivati animali. Ebbene, per quanto riguarda i tessuti duri sembrerebbe che i vegani abbiano un pH salivare significativamente più acido e soffrano più frequentemente di lesioni da demineralizzazione dello smalto (white spot). Anche il numero di otturazioni è superiore tra i vegani, mentre la quantità di placca e la salute delle gengive sembra invece non essere influenzata dalla dieta. Questi dati sono in qualche modo confermati dallo studio polacco, che con un disegno sostanzialmente sovrapponibile, mostra una maggior frequenza di lesioni a carico dei tessuti duri tra i vegetariani rispetto ai soggetti che non seguivano una dieta particolare, benché le differenze non raggiungessero significatività statistica. Questo studio ci offre però anche una chiave interpretativa, perché i soggetti che partecipavano alla ricerca riempivano un questionario sulle abitudini alimentari, i cui risultati sembrano suggerire che trai vegetariani sia più frequente il consumo di alimenti acidi quali mele, pomodori, arance, mandarini e pompelmi, così come di succhi di frutta e di aceto. E' quindi possibile che un eccesso di cibi di origine vegetali, acidi e comunque ricchi di zuccheri, nonostante i ben documentati effetti benefici, possa rappresentare un fattore di rischio per i denti, di cui l'odontoiatra deve tener conto nel pianificare, insieme al paziente, programmi preventivi, di igiene orale e terapeutici.
E' necessario sottolineare che questi risultati sono da considerarsi ancora preliminari, e necessitano di essere confermati da altre ricerche, infatti il numero di soggetti arruolati è complessivamente modesto e ad entrambi gli studi non mancano alcuni problemi metodologici. Ciononostante ci dicono però qualcosa di importante: che se è giusto che le abitudini alimentari si modifichino sulla base delle conoscenze mediche, è altrettanto importante che la medicina aggiorni le proprie conoscenze sulla base delle nuove abitudini alimentari.
REFERENZE
Herman K., Czajczyńska-Waszkiewicz A., Kowalczyk-Zając M., Dobrzyński M. - Assessment of the influence of vegetarian diet on the occurrence of erosive and abrasive cavities in hard tooth tissues. Postepy Hig Med Dosw (Online). 2011 Nov 25; 65:764-9.
Laffranchi L., Zotti F., Bonetti S., Dalessandri D., Fontana P. - Oral implications of the vegan diet: observational study. Minerva Stomatol. 2010 Nov-Dec; 59 (11-12): 583-91